Stato sanzionato per non avere posto fine all’utilizzo di una discarica satura, malfunzionante e pericolosa

Multa salata per la Grecia. Evidente la gravità dell’infrazione, che comporta un rischio significativo per l’ambiente e per la salute umana

Stato sanzionato per non avere posto fine all’utilizzo di una discarica satura, malfunzionante e pericolosa

Linea dura contro gli Stati dell’Unione Europea che non tutelano l’ambiente. Esemplare il provvedimento (sentenza del 9 ottobre 2025 della Corte di giustizia dell’Unione Europea) che condanna sanzioni pecuniarie la Grecia, colpevole di non avere dato esecuzione ad una sentenza della Corte, risalente al 2014 e perciò obbligata a pagare alla Commissione Europea una penalità di 12mila e 500 euro per ogni giorno di ritardo fino all’esecuzione della sentenza del 2014 più una somma forfettaria di 5milioni e 500mila euro.
In pratica, nella sentenza ‘Commissione/Grecia’ del 2014 i giudici hanno dichiarato che la Grecia era venuta meno agli obblighi su di essa incombenti in forza di due direttive in materia di rifiuti. Nello specifico, la Grecia non aveva posto fine all’utilizzo di una discarica presente nel parco nazionale marino di Zante (Zakynthos), habitat della tartaruga marina ‘CarettaCaretta’, nonostante tale discarica fosse satura e il suo malfunzionamento rappresentasse un pericolo per la salute e l’ambiente.
Tra il 2014 e il 2023 vi è stato uno scambio di corrispondenza tra la Commissione Europea e la Grecia in merito alle misure adottate per riabilitare la discarica di Zante e conformarsi alla sentenza del 2014. Ritenendo che la Grecia non avesse ancora adottato le misure necessarie a tale scopo, la Commissione Europea ha inviato, nel 2017, una lettera di costituzione in mora e, nel 2024, ha proposto un nuovo ricorso per inadempimento – della Grecia – dinanzi alla Corte di giustizia.
A fronte di tale ricorso, per i giudici non ci sono dubbi: la Grecia è venuta meno al suo obbligo di adottare tutte le misure necessarie per dare esecuzione alla sentenza del 2014. Infatti, essi rilevano che la Grecia, alla data di riferimento fissata nella lettera di costituzione in mora, vale a dire il 28 giugno 2017, non aveva né previsto un piano di riassetto per proseguire la gestione della discarica di Zante conformemente ai requisiti della direttiva sulle discariche di rifiuti né dismesso tale discarica. Inoltre, la discarica di Zante ha continuato a ricevere rifiuti fino alla fine del 2017.
Consequenziali le sanzioni a carico della Grecia, condannata a pagare alla Commissione Europea una penalità di 12mial e 500 euro per ogni giorno di ritardo a decorrere dalla pronuncia di quest’anno e fino alla data di esecuzione della sentenza del 2014, nonché una somma forfettaria di 5milioni e 500mila euro.
Gli importi di tali sanzioni sono motivati dalla gravità dell’infrazione, che comporta un rischio significativo per l’ambiente e per la salute umana.
Peraltro, i giudici hanno preso in considerazione il numero elevato di sentenze che hanno constatato inadempimenti della Grecia ai suoi obblighi in materia di gestione dei rifiuti, il numero di casi in cui tale Stato ha omesso di dare esecuzione alle sentenze in tale materia, il fatto, infine, che tale infrazione si è protratta per molto tempo dopo la pronuncia della sentenza del 2014, nonché la capacità finanziaria dello Stato.

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